Celiachia e psiche – Il bambino
Uno degli aspetti principali da tenere in considerazione quando si affronta questo tema è che l’impatto emotivo e di significato che acquisisce la diagnosi dipende dal momento storico in cui si inserisce la diagnosi stessa.
Più precoce è la diagnosi minore è l’impatto sull’individuo.
Mi spiego meglio: se la celiachia viene scoperta nella primissima infanzia il bambino avrà meno esperienza e il suo “prima” sarà talmente ridotto da differenziarlo poco dal suo “dopo”.
Ovviamente la ricaduta principale sarà sulla famiglia del bambino che dovrà riorganizzarsi intorno all’evento ed educare il prima possibile il bambino a riconoscere i cibi dannosi da quelli consigliati.
La famiglia dovrà rappresentare il luogo sicuro dal quale piano piano il bambino inizierà a prendere le distanze, attivandosi con un certo grado di autonomia crescente, in modo da poter affrontare l’ambiente esterno senza sentirsi in pericolo o minacciato.
Se la malattia viene scoperta in età scolare si aggiunge un aspetto sociale di grande rilevanza.
Il bambino è già in contatto con un mondo “altro” rispetto alla propria famiglia, caratterizzato da reazioni e modelli anche differenti da quelli offerti dai soli genitori.
In questo caso sarà importantissimo spiegare molto bene al bambino la sua situazione, educandolo fin da subito alla scelta consapevole dei cibi, responsabilizzandolo e rendendolo partecipe attivo del proprio stile alimentare.
Sarà fondamentale non negare la diversità del proprio figlio ma riconoscerla e accettarla, solo così il bambino imparerà a fare lo stesso.
Con l’ingresso in adolescenza il ragazzo ha il bisogno evolutivo imperante di appartenenza al gruppo e la diagnosi di celiachia corre il rischio di aumentare il vissuto di diversità, che può dar vita a sentimenti di emarginazione ed esclusione, con effetti di ricaduta sull’autostima e rischio di chiusura e ritiro sociale.
In questi casi è fondamentale l’apertura all’ascolto, il dialogo e, laddove se ne ravvisino gli estremi, la capacità di riconoscere il disagio del ragazzo e chiedere un sostegno per lui o per l’intero nucleo familiare.
Potersi appoggiare ad esempio all’Associazione Italiana Celiachia può essere un primo passo per trovare informazioni, consigli e riferimenti utili, a partire dall’idea che non ci si deve sentire soli nell’affrontare un accadimento di vita come quello rappresentato dalla diagnosi di celiachia.
Dott.ssa Vanessa Zagami
Psicologo Clinico
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